MOSTRA FOTOGRAFICA ED EVENTI
ECCEZIONALMENTE
Al fine di permettere e sopperire alla tantissime richieste
sabato 5 ottobre 2019 ore 19.30
ULTIMISSIMA VISITA AI TUNNEL SEGRETI EX BASE NATO
prenotazione obbligatoria
MANI E VULCANI magazine +39 081 5499953
www.manievulcani.com
Ovunque esistono luoghi dello spazio o della mente apparentemente invisibili , ma che nascondono al loro interno realtà sorprendenti . E’ ciò che accade nelle immagini rappresentate in mostra dai fotografi Lorenzo Leone, Anna Santonicola e Giovanni Scotti. Rispettivamente con “Viaggio a Tecla e Moriana”, con “Merce non conforme” e con “Luoghi alla ricerca di un significato (apparentemente) perduto”. Il luogo stesso che ospita l’evento , l’Ex Base Nato , diventa simbolo di una realtà “invisibile” a molti, ma con un grande potenziale da offrire: un’area che da base militare si trasforma in un parco aperto alla comunità come luogo d’arte, cultura e promozione sociale.
E se vi dicessimo che in quest’ultimo weekend settembrino sarà possibile visitare i meandri dei tunnel sotterranei della ex base Nato di Bagnoli, accompagnati da un affascinante racconto che vi svelerà l’origine e il riutilizzo di quegli impianti a pochi passi dal centro della città ma abbastanza riservati da risultare accessibili a pochissimi fino a non molti anni fa?!
VISITE GUIDATE GRATUITE
sabato 5 ottobre 2019 ore 19.30 (Ultimissima data)
Prenotazione obbligatoria 081 549 9953 fino ad esaurimento posti disponibili.
5 ottobre 2019 ex base nato
Risale, per la precisione, al 30 settembre 2013, intorno alle ore 24:00 circa, l’ultimo saluto alla base di comando Nato “Allied Joint Force Command Naples” dopo circa 60 anni di intensa attività collaborativa sul territorio in un’orbita di alleanze internazionali. Partivano infatti proprio da qui tutti gli smistamenti delle informazioni militari criptate in codici e rielaborate per gli addetti ai lavori. Le varie funzionalità degli edifici esterni venivano riprodotte fedelmente anche nei tunnel sotterranei, riadattati a partire dagli anni ’50 del ‘900 in veri e propri uffici collegati ad alta tecnologia con il mondo esterno.
Il vastissimo complesso affonda le sue radici nel 1938, quando con una delibera del 25 luglio, nasce la Fondazione Banco di Napoli – Istituto dei figli del popolo in vista dell’urgente necessità di far fronte alla situazione di degrado e di insalubrità delle condizioni dei minori, causate dal propagare delle infezioni e dalle scarse condizioni igieniche di sopravvivenza, dettate anche dal sovraffollamento dei nuclei abitativi. Ottenuta l’autorizzazione il 2 dicembre dello stesso anno ad occupare le aree per l’Istituto dichiarato di pubblica utilità, in soli due anni furono portati a termine i lavori di ben 21 edifici, che costituiscono uno degli impianti edilizi più moderni d’Italia ascrivibile al periodo fascista. All’interno del complesso c’erano ben 5 dormitori da 2500 posti, i primi 2000 riservati agli uomini e i restanti 500 alle donne, 2 scuole, un teatro ed una chiesa con una capienza di mille persone, una palestra, uno stadio, due infermerie (maschile e femminile), sedi del comando GIL e altre zone industriali situate alle spalle sulla collina di S. Laise adibite ad officine o laboratori.
Questa razionalizzazione degli spazi portata ad una estrema ottimizzazione doveva fornire una risposta adeguata alla formazione professionale dei bambini in completo stato di abbandono e traghettarli così nel mondo del lavoro; in sintonia con la politica sociale di Mussolini che voleva creare l’“italiano nuovo”, educato all’interno delle legioni dei balilla e degli avanguardisti, un ampio progetto di rivoluzione totale: spirituale, culturale, politica e antropologica.
Era solito affermare infatti che : “l’uomo economico non esiste, esiste l’Uomo integrale che è politico, che è economico, che è religioso, che è guerriero.”
Ma la storia corre veloce e l’Italia entrerà in guerra solo un mese dopo l’inaugurazione avvenuta il 9 maggio 1940 con la dedica al conte Costanzo Ciano morto l’anno prima, e dunque il nobilissimo proposito iniziale non si attuò mai del tutto perché il Collegio fu acquisito dalle truppe italo-tedesche nel 1941, utilizzato poi come sede logistica dal British Army, devastato infine dall’IRO (International Refuge Organization) che l’ha utilizzato come campo di raccolta dei profughi slavi fino al 1952, anno in cui l’Istituto venne dato in locazione alla Nato per l’insediamento del proprio Comando Sud Europa proprio fino al 2013.
La destinazione futura dell’impianto oggi è ancora d’attualità, l’attenzione riservata al sociale comporta che si mantengano sempre accesi i riflettori sulle infinite possibilità di aree in parte dismesse in grado di offrire potenzialità finora non del tutto esplorate in pieno.