Il 27 gennaio Giornata della Memoria, giornata di un ricordo triste o giornata della speranza dopotutto. Il termine stesso memoria da a questa data una densità, uno spessore, diverso.
Ciò che accadde, non lo dimenticheremo, non possiamo! Il ricordarlo è importante affinché le generazioni che verranno si distribuiscano la consapevolezza dell’errore che ha portato a credere, che la follia fosse nel giusto e la compassione nei confronti della sofferenza una debolezza.
Per tenere vivo e per non destinare all’oblio ciò che avvenne: un modo unico, le pietre d’inciampo dell’artista tedesco Hunter Demning esse consistono nel depositare all’interno del tessuto stradale, nell’asfalto, nella pavimentazione dei marciapiedi, davanti le ultime abitazioni delle vittime di deportazione nei campi di sterminio, piccoli blocchi di pietra, ricoperti da una piastra di ottone, con incise le generalità delle vittime ed il nome del luogo, dove la furia nazista recise per sempre speranza, vita e fiducia nel genere umano.
L’iniziativa è partita a Colonia nel 1992, attualmente sono circa 71.000 le pietre d’inciampo, tra queste 9 sono a Napoli installate in Piazza Bovio all’altezza del civico 33, ed una al Vomero in via Morghen 65 bis per Sergio de Simone assassinato nei sotterranei di una scuola di Amburgo in giovane età.
Questi luoghi dunque dove sono posizionate le pietre sono destinati a far riflettere inciampandovi. La riflessione è la madre della crescita interiore, più si cresce più si migliora e raffina la capacità di capire, comprendere l’altro da se.
Capire gli altri modifica anche la percezione di sé stessi e la valutazione che diamo al nostro operato.
Bisogna uscire, e andare a vivere, perché la vita è bella, per usare una frase già nota, anche se non è stato sempre così e la storia ce lo insegna.
Impariamo ciò che è bene e ciò che non lo è, impariamo dagli errori, impariamo dagli altri, impariamo dai bambini e definiamo ciò che vogliamo essere… cerchiamo di essere gli adulti di cui avevamo bisogno!