L’anno pandemico che volge al termine, dopo il mancato prodigio di San Gennaro a dicembre, infligge alla città un nuovo colpo, una mareggiata che nel corso di una notte, si porta via un pezzo di lungomare e crea seri danni ad un vero simbolo della città: il Castello Marino come veniva chiamato prima che le vicende narrate da Cronaca di Partenope, antico manoscritto conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, ne mutassero il nome in Castel dell’Ovo di Virgiliana memoria.
Infatti da Cronaca di Partenope si legge: Come consacrò lo ovo allo Castello de l’Ovo, dove pigliò lo nome – “Era in-del tempo de Virgilio un castello edificato dentro mare, sovra uno scoglio il quale se chiamava Castello Marino. Nel quale castello Virgilio, delettandose con soe arte, consacrò un ovo, il primo che fe’ una gallina: lo quale ovo puose dentro una caraffa per lo più stritto forame de la detta caraffa, la quale caraffa et ovo fe’ ponere dentro una gabia di ferro suttilissimamente lavorata. E la detta gabia, la quale contineva la caraffa e l’ovo, fe’ chiovare sotto uno trave di cerqua che stava appoggiato per traverso a le mura d’una cammarella in un luogo segreto, imperoché da quell’ovo, da lo quale lo Castello pigliò il nome, pendevano tutti li fatti del Castello…”
Ritornando alla mareggiata di questa notte, il Castello, da quello che si evince dalle poche immagini passate in rete, ha subito danni nella parte più esposta al mare il c.d. “Ramaglietto”, fortino dove era posta l’artiglieria di difesa. Infatti, costruito sull’antico “ciglio del sole”, dove un tempo vi erano dei mulini, a partire dalla fine del Seicento il Viceré Francesco Bonavides, fece costruire questa struttura per contenere fino a sessanta pezzi di artiglieria contro le flotte nemiche.
La mareggiata non ha risparmiato le strutture ed i locali commerciali del lungomare che, chiusi per l’emergenza COVID-19, sono stati semi-distrutti insieme alle strutture esterne crollate. Unica magrissima consolazione, viste le immagini di questa notte, è senz’altro l’assenza di vittime, solo grazie al fatto che i locali fossero chiusi.
Ora, lungi il sottovalutare la profondissima crisi economica che stanno subendo le attività commerciali, sicuramente meritevoli di ulteriori “ristori”, il danno subito dal Castello è la vera e ulteriore ferita che la città e la comunità tutta ha subito.
Antonella Di Pietro, Presidente del tavolo WE ARE NAPOLI, nuovo brand della città, contattata, si è mostrata fin da subito, sia vicina a quanti hanno subito danni ai locali commerciali del lungomare, ma ha soprattutto assicurato, attraverso la sua persona e di tutti i componenti del tavolo, grande attenzione nell’attuare azioni mirate affinché il Castel dell’Ovo torni prestissimo ad essere il Castello Magico di Napoli.
Il Lungomare di Napoli, la “passeggiata domenicale” inaugurata dai nobili vicereali spagnoli, oggi, per migliaia di turisti e visitatori punto di osservazione privilegiato per godere degli scorci più belli al tramonto, così ferito desta di certo sconforto. Ma a noi piace pensare che in una ‘cammerella’ segreta del Castello ci sia ancora l’uovo di Virgilio intatto e che Napoli ritorni a splendere e far sognare turisti e visitatori sul lungomare più bello del mondo.