È arrivato il mese di gennaio è arrivato il il 2021, e il vento il freddo le mareggiate sferzano Napoli, come un palcoscenico, il golfo ci offre uno spettacolo degno dei più bei quadri di William Turner.
Il mare in tempesta, le onde ed il grigio azzurro del l’ombra del Vesuvio rendono la cartolina partenopea ancora più travolgente ed affascinante da ammirare.
Vi è tuttavia un luogo, una dimora che avvolta dal mare furioso ancora di più si carica di struggente bellezza mistero senza dubbio è: Palazzo Donn’ Anna.
“il Bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie “da Leggende Napoletane” di Matilde Serao.
Il palazzo Donn’Anna si erge imponente sul mare di Posillipo. Le sue finestre le sue arcate ancora raccontano cose mai dette. Costruito nel ‘500 su un edificio preesistente di nome la Serena era di proprietà di Dragonetto Bonifacio, il quale fu nominato Marchese dall’imperatore Carlo.
Nel 1642, il palazzo fu ricostruito nelle forme che oggi vediamo dall’architetto Cosimo Fanzago. Nel progetto del Fanzago si prevedono due accessi di cui uno dal mare. Ereditato da donna Anna Carafa nota per le sue enormi ricchezze, ella sposò il viceré Ramiro Nunez de Guzman, duca di Medina de Las Torres.
Il palazzo è denso di leggende, e le sue stanze celano intrighi e passioni per alcuni infatti è stata la dimora di Giovanna D’Angiò, che dopo aver trascorso notti folli con i pescatori più attraenti, all’alba li ammazzava buttandoli dalle finestre, sugli scogli sottostanti.
I fantasmi di questi giovani vagano ancora in cerca di vendetta e amore nei sotterranei di questa surreale casa circondata dal mare. Secondo la Serao, anche la stessa Donna Anna in preda alla gelosia si dice perseguiti ancora le anime di Mercedes della Torres e Gaetano di Casapesenna del quale era lei stessa innamorata.
L’edificio a picco sul mare, sullo stupendo litorale di Posillipo è ancora utilizzato come abitazione, e tuttavia il teatro è ancora operante.
Nella sua mediterranea indole il palazzo guarda l’orizzonte e dalle onde è guardato e il rumore che esse in questi giorni generano, il loro fragore umido, chissà se riescono a coprire i lamenti che ancora tanti asseriscono di udire, quelli di lontani fantasmi e di antiche passioni. Non sapremo mai cosa accadde, cosa è accaduto…
Meglio così! Sogniamoci su, il sogno dopotutto non delude mai