Mi lamento perché sono polemica, ma la mia vita è stata una gran bella vita”.
Si è spenta, all’età di 84 anni, Carla Fracci, stella indiscussa del balletto italiano. La ballerina era da tempo malata di cancro. Leggiadra, dolce e tenace come la disciplina, alla quale ha dedicato tutta la sua vita, la Fracci ha combattuto con coraggio e riserbo, un tumore che ha spento: l’eterna fanciulla danzante.
You are wonderful, le disse Charlie Chaplin. Un’artista unica, poesia in movimento, a volteggiato sui grandi palcoscenici del mondo, con grazia e semplicità. La sua delicatissima figura ha regalato emozioni in tanti balletti. Un viaggio longevo e trionfale, il suo, delicatissima e struggente Giselle, toccante Giulietta, aerea Sylphide nei più grandi teatri del mondo; non solo la Scala ma anche il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet, il Royal Swedish Ballet e, dal 1967, artista ospite dell’American Ballet Theatre, con i più eccelsi partner come Erik Bruhn, Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov, Gheorghe Iancu, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, gli italiani Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, e coreografi come Cranko, Dell’Ara, Rodrigues, Nureyev, Butler, Béjart, Tetley e molti altri.
Nata il 20 agosto del 1936 a Milano, si iscrisse alla scuola di ballo del teatro La Scala. Tuttavia, in un’intervista confessò di sognare da piccola di fare la parrucchiera. A 12 anni si esibì: Nella bella addormentata con Margot Fonteyn. Fu l’incontro con grande ballerina, che mi fece capire i sacrifici e lo studio, che la danza classica imponeva dirà più tardi. Si diploma nel 1954, ed a soli 22 anni viene promossa prima ballerina. La sua tecnica rasentava la perfezione e sarà un modello di eleganza, per generazioni di danzatrici.
La sua Giselle del 59 al, al Royal Festival Hall con Nureyev, con i capelli sciolti ed il leggero tutù, incanterà il mondo. Ballare con l’eccentrico e competitivo Rudolf, sarà una sfida, vinta con l’armonia di un corpo femminile, in grado di disegnare l’aria. Dopo il matrimonio, con Beppe Menegatti, aiuto regista di Visconti nel 64, diventa mamma nel 1968, ispirando la famosa poesia di Montale. Fino a 80 anni, con un fisico asciutto ed elastico, ha ballato in la musa della danza al teatro San Carlo di Napoli, tra le sue ultime esibizioni. Promotore della danza in Italia, la sua storia raccolta nell’autobiografia, Passo dopo passo (Mondadori 2013), diventerà presto, una fiction con Alessandra Mastronardi. Carla Fracci, un’etoile come poche, una donna capace di far sognare sulla magia provocata dalla musica eterna ed eterea, di autori come tchaikovsky.
Volava, tra salti e pirouette, e adesso la sua anima d’ artista, sarà ancora più leggera. L’arte che sprigionava il suo corpo esile, resterà per sempre infatti un’icona, un mito per quanti hanno avuto, come me la fortuna di vederla volteggiare dal vivo, avvolta da morbidi tessuti, su melodie immortali; perché tale sarà: immortale, chi come la Fracci ha fatto del lavoro, un’opera d’arte, poesia visibile.