Nella prestigiosa sede del Pio Monte della misericordia in Via Tribunali, sabato 20 novembre 2021, l’istituzione culturale art1307 ha presentato. al pubblico napoletano, l’opera della fotografa tedesca Hertha Miessner.
L’artista che lavora e vive a Monaco di Baviera è specializzata nella tecnica della composizione ed elaborazione al computer, fino a giungere a una vera e propria arte pittorica, resa attraverso l’uso del PC.
La sua arte trova la sua matrice pittorica nella composizione resa attraverso la manipolazione di oggetti, di vecchi frammenti, di pellicole fotografiche o di scarti di tele precedentemente dipinte, che vanno a creare scenografie virtuali di ispirazione barocca nella coloristica e nell’uso del chiaroscuro.
L’uso del mezzo digitale permette all’artista di portare l’interno verso l’esterno, in un contrappunto continuo di vicino e lontano; l’idea è quella di lasciare apparire cose invisibili, unire quello che non è possibile, trovare nuove modalità.
Una continua ricerca della memoria. Il suo dialogo con l’opera di Caravaggio: Le sette opere di misericordia, consiste in questa esplorazione, è messo a nudo il frammento nascosto, in questa ricerca dell’invisibile portato alla luce, tra luce piena di colore e profonda oscurità caravaggesca.
Né risulta un dialogo drammatico è nuovo.
Il Pio Monte della misericordia fondato nel 1602 da 7 Nobili napoletani con lo scopo di svolgere opere di carità e assistenza, ancora oggi, quasi con le stesse regole di allora, prosegue il suo cammino con le stesse finalità.
Possiede un vasto patrimonio è tra le più rappresentative opere pittoriche del 600 napoletano.
Esso continua in misura minore e con maggior controllo, l’opera elemosiniera a sostegno dei bisognosi che ne fanno richiesta e che documentino una situazione di reale povertà.
La sua antica sede in via dei tribunali, costruita da Reggio architetto Francesco Antonio Picchiatti conserva sull’altare Maggiore uno dei dipinti più celebrati del 600 di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio del 1607.
Dunque ancora Caravaggio, con le sue pennellate lucenti o profondamente oscure, da lontano 600 continua a dialogare con noi. Continua a definire ciò che è vero, ciò che esiste, ciò che merita la nostra attenzione.
Solo ciò che è verità come diceva Galileo, merita di essere osservato, studiato, merita il nostro tempo.
” Meglio la piccola certezza che la grande bugia”, allora come adesso, vale tale principio, nell’indagare la realtà come i sogni che seppur bugie, fantasie sono verità nascoste nel nostro inconscio.