Infinite pagine
dal 3 gennaio 2022 è alla guida della Biblioteca Nazionale VITTORIO EMANUELE III di Napoli la dott.ssa Maria Iannotti, laureata in filosofia, specializzata in Biblioteconomia e nelle tecniche di ricerca e valorizzazione delle Risorse Elettroniche bibliografiche e documentali.
La dott.ssa Iannotti, assume l’impegnativo incarico della Direzione di una delle più importanti biblioteche in un momento assai difficile, per la grave riduzione del personale in servizio, la mancanza di turnover e per le limitazioni imposte dalle attuali emergenze sanitarie.
La biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli (già Reale biblioteca borbonica) è una biblioteca pubblica statale che ha sede presso il palazzo reale, in piazza del Plebiscito.
Ha un patrimonio di 1.480.747 volumi a stampa, 319.187 opuscoli e 18.415 manoscritti, che in termini quantitativi la rende la terza tra le biblioteche italiane, dopo le due Nazionali Centrali di Roma e di Firenze.
La Biblioteca fu istituita alla fine del XVIII secolo, raccogliendo nel Palazzo degli Studi, oggi sede del Museo Archeologico, le raccolte librarie provenienti dalle biblioteche Farnesiana e Palatina fino a quel momento conservate nella Reggia di Capodimonte.
Per incrementare il patrimonio librario, fu stabilito che gli stampatori del Regno dovessero consegnare alla biblioteca una copia per ogni pubblicazione che mettevano in commercio.
Agli inizi dell’Ottocento furono incorporate le raccolte librarie dei monasteri soppressi della certosa di San Martino, del monastero benedettino dei Santi Severino e Sossio e di San Giovanni a Carbonara.
Tra le donazioni più importanti del periodo post-unitario va ricordata quella del conte Lucchesi Palli, che nel 1888 destinò alla Nazionale di Napoli la propria biblioteca e l’archivio musicale, provvedendo anche ad arredare le sale destinate ad accogliere la sua collezione.
Nel 1907, dopo una lunga controversia giudiziaria, entrarono a far parte delle collezioni numerosi manoscritti autografi di Giacomo Leopardi custoditi dopo la sua morte dall’amico Antonio Ranieri il quale li destinò alla biblioteca per lascito testamentario.
Nel 1910, la biblioteca fu arricchita con l’Officina dei papiri ercolanesi, raccolta istituita da Carlo di Borbone per custodire i papiri ritrovati negli anni 1752-1754 durante gli scavi della città vesuviana.
Dunque tra manoscritti di Leopardi, raccolte musicali e papiri, la nostra biblioteca racconta la cultura.
I manoscritti di Giacomo, il più intimo tra i poeti, il più vicino all’animo dei diciottenni, che lo studiano a scuola in quinta, in quel momento in quello strano momento che è il passaggio dalla fanciullezza alla maggiore età.
Una maggiore età che salvo casi sporadici, forse è solo anagrafica.
I fogli contenenti le sue riflessioni, affidata l’inchiostro della sua penna, sono conservate nel nostro Palazzo Reale, nella nostra biblioteca a pochi passi dal mare, “infinito e azzurro”.
Che patrimonio dunque si cela sui suoi scaffali, che tesori!
Facciamo dunque un in bocca al lupo sonoro, alla dottoressa Maria Iannotti.