“come tutto ebbe inizio…”
ASCARELLI IL PRIMO PRESIDENTE
La nostra storia inizia nel lontano agosto del 1926, quando Giorgio Ascarelli, un imprenditore napoletano di origine ebraiche fonda l’Internaples, iniziando così un racconto che dura oltre 95 anni.
Il Vesuvio che successivamente si chiamerà anche Ascarelli e Partenope situato nell’odierno rione Luzzatti e con una capienza di ventimila posti, è il primo stadio dell’Internaples.
L’inizio è travagliato con risultati deprimenti, al primo anno la squadra conclude al quinto posto e due volte terzo nei due successivi anni ma il presidente dopo una retrocessione, in accordo con il presidente della Federcalcio, riesce a iscrivere il Napoli nel 1929 al primo campionato a girone unico.
Forte della presenza in A, il presidente costruì un ambiente competitivo, dove spiccarono alcuni nomi come William Garbutt tecnico inglese, la mezz’ala Vojak e il centravanti Attila Sallustro.
Ormai al quarto anno, Ascarelli vuole competere con l’Ambrosiana del bomber Meazza, la Lazio di Piola e il Milan di Boffi e nel corso del campionato 1929-30 ottiene risultati importanti, ma il 12 marzo 1930 come un fulmine a cel sereno, giunge la notizia che a causa di una peritonite a soli trentasei anni il presidente muore.
Giorgio se ne va proprio quando il successo sembrava essere vicino, a lui si deve la fondazione della squadra, del primo stadio e di quella grinta e passione nel voler essere competitivo con le squadre più importanti di Italia.
IL PRIMO GOLEADOR
Attila Sallustro per metà paraguaiano e per metà napoletano, a 12 anni si imbarca con la sua famiglia, dalle coste di Asuncion per arrivare nel porto di Napoli, da lì è storia.
Sallustro diventerà per tutti i tifosi “flagello di dio”. Quando Ascarelli lo acquistò aveva solo 17 anni e il presidente gli affidò la maglia numero nove, Napoli finalmente aveva il suo bomber, colui che poteva combattere il potere del nord, il primo campionato va una bomba, 10 gol in 13 partite, alla seconda stagione l’Internaples cambia nome in Associazione Calcio Napoli e Sallustro mette in rete un solo gol pur avendo giocato tutte le partite, ma il salto di qualità avviene nella stagione 1928-29.
Con il campionato a girone unico l’idolo dei tifosi mette a segno 22 reti, Pozzo l’allenatore della Nazionale lo nota e lo convoca insieme al suo più grande rivale Giuseppe Meazza, rivale in campo perché fuori tra i due c’era anche una certa amicizia.
Negli anni trenta venne chiamato alle armi, il rendimento diminuì e la squadra precipitò a metà classifica, e le successive stagioni furono altalenanti ma Attila si confermava capocannoniere, intanto la società prelevò dalla Juventus Antonio Vojak per dare più impatto alla fase offensiva.
Gli ultimi anni furono un flop, tanto che non venne neanche convocato dall’Italia di Pozzo per il mondiale vinto dagli azzurri nel 1934, ormai il Napoli di Garbutt con il bomber Attila dava segni di cedimento, il ciclo era chiuso e con l’arrivo del comandante Achille Lauro, molte bandiere tra cui Sallustro andarono via.
L’idolo dei tifosi indossò la maglia azzurra per ben 11 anni, dal 1926 al 1937 segnando ben 104 goal e inserendosi come quinto miglior marcatore della storia del Napoli.
La storia continua…
… un giorno all’improvviso FORZA NAPOLI SEMPRE