Vivara è un sito bellissimo ed è una riserva naturale che si estende per 32 ettari, un polmone verde nel golfo di Napoli, con una eccezionale una macchia mediterranea.
La costa dell’isola di Vivara è a forma di mezzaluna e di appena 3 km e non esistono arenili perché l’isolotto ha dei fianchi molto ripidi su entrambi i lati, est e ovest ed è difficilmente accessibile dal mare, per la quasi totalità della sua costa.
Prosegue il cantiere per i lavori sul bellissimo isolotto di Vivara a Procida. Da qualche giorno è stata completata la messa in sicurezza del ponte che unisce Vivara all’isola di Procida con un ulteriore parapetto e si proseguirà ora, grazie al Comitato di gestione della Riserva ed al Comune di Procida, lo spostamento del cancello di accesso all’Isola.
Questo sarà messo alla fine del ponte in modo che si possa percorrere tutto il ponte e arrivare sull’isola.
L’isola al momento rimarrà ancora chiusa.
I 360 metri del ponte saranno aperti rimuovendo il cancello a via Santa Margherita e spostandolo all’ingresso della riserva naturale.
Si potrà raggiungere: l’orizzonte, facendo una stupenda passeggiata, e come sospesi sulle acque del mare, arrivare sull’isolotto di Vivara: un unicum per il mediterraneo sotto moltissimi aspetti.
Il parapetto del ponte è stato rinforzato con una struttura laterale, in ferro zincato, realizzata con una griglia stretta, in modo che non ci sia pericolo per i più piccoli.
Vivara, un’oasi protetta dal 2002, una lingua rocciosa, un’oasi Verde 32 ettari di pura natura incontaminata.
L’isola, e ciò che resta di un antichissimo cratere Vulcanico spentosi 50.000 anni fa.
In origine era collegata a Procida attraverso un’alta Falesia oggi completamente sprofondata.
Dunque una storia geologica interessante e particolare. Una storia d’amore, con il golfo di Napoli, dal finale ancora da definire.
Nel Settecento i Borboni la popolarono di selvaggina trasformandola in una riserva di caccia, nell’Ottocento divenne proprietà di Procida; sfruttata fino agli anni sessanta come territorio agricolo è stata poi successivamente abbandonata dando spazio alla vegetazione flora e fauna selvatica.
Ci auguriamo, che ben presto, con la realizzazione di questo ponte, si possa di nuovo assaporare tanta bellezza.
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