BENEVENTO 1 – NAPOLI 2
Fratello vs Fratello
Benevento città delle streghe e non solo. Tre erano le tipologie di streghe beneventane: la Zoccolara, la Janara e la Manolonga.
La ZOCCOLARA, era una donna misteriosa che di notte corre per le strade strette facendo gran rumore con i suoi zoccoli e inseguendo alle spalle i passanti solitari; ma nessuno l’ha mai vista.
Diverse erano le JANARE si racconta che erano destinate a diventare Streghe le donne nate la notte di Natale a mezzanotte e che da grandi non avevano ricevuto bene il sacramento della cresima (se il sacerdote non recitava bene tutte le parole della liturgia). Le Janare erano uguali alle altre donne di giorno, ma di notte usavano un unguento magico che gli permetteva di diventare incorporee e spiccare il volo a cavallo di una scopa. Le notti che preferivano per volare erano le notti di tempesta. E mentre volavano pronunciavano spesso la formula magica: «Unguento unguento, portami al noce di Benevento, sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni altro maltempo». Prima di andare a seminare il terrore in giro per la città dovevano riunirsi per celebrare il Sabba, ovvero riti demoniaci: banchetti, danze, orge con spiriti e demoni in forma di gatti o caproni attorno al noce magico risorto nei pressi di Benevento. Dopo il Sabba, le streghe seminavano l’orrore nelle città.
MANOLONGA (Maria a Longa): Era una donna che era morta dopo essere caduta in pozzo. E a sua volta tirava giù chi si sporgeva troppo dai pozzi, dai balconi o dalle finestre. Questa figura nasce come storia per tenere lontani i bambini da luoghi pericolosi come appunto pozzi e cisterne.
Ma Benevento non è solo riti magici e supertizione è tanto altro basta citare il Complesso di Santa Sofia, il Duomo, l’Arco e l’Anfiteatro ma anche l’Hortus Conclusus di Mimmo Paladino.
Mimmo Paladino, artista sannita che da anni domina gli scenari più importanti dell’arte contemporanea internazionale, ha deposto le sue opere che si sposano in armonica contrapposizione con pezzi di colonne romane, di capitelli e di frontoni spezzati, generando un contrasto stilistico originale.
Le opere raffigurate si prestano ad interpretazioni diverse.
Le più significative sono: un cavallo, con la maschera aurea sul volto; un enorme disco, collocato al centro dello spazio; una figura con lunghissime braccia che funge da fontana; una conchiglia, una campana, una testa equina, un teschio di bucranio con le corna allungate e disteso sulla pietra lavica.
PRIMO TEMPO… Napoli svogliato ed ingessato, con un Fabian irriconoscibile, per il resto poco o nulla da tranne: al 30′ con una difesa a mo’ di belle statuine, Roberto Insigne mette in rete senza troppe difficoltà, al 40′ tiro a giro di Lorenzo Insigne, parata da Montipò ed al 44′ su calcio d’angolo colpo di testa di Manolas che si stampa sulla traversa. Benevento 1 – Napoli 0
SECONDO TEMPO… Il Napoli si riversa subito nella metà campo del Benevento ed è proprio Lorenzo Insigne, dopo un gol annullato per fuorigioco, al 60′ con un tiro di sinitro da fuori area insacca per la rete del pareggio. Benevento 1 – Napoli 1
Il Napoli c’è… solo 7 minuti ed è ancora in rete con Petagna su assist di Politano: Benevento 1 – Napoli 2
Insieme al vantaggio, si rivede anche il vero Napoli, fino all’ultimo brivido per una punizione a favore del Benevento che Meret para.
Partita intensa che ha mostrato quanto il Napoli debba macinare gioco per non subire, anche il giro palla quando è stato fatto a velocità, per il Benevento con c’è stata storia. Protagonisti i Fratelli Insigne,
…da Benevento è tutto con il Napoli che vince per 1 – 2