Festa degli innamorati, chissà in fondo cosa vuol dire, essere innamorati? …e chissà quanto davvero si può dire di esserlo totalmente e completamente.

Andiamo indietro nel tempo, e ritorniamo in una Napoli del settecento, soleggiata piena di scugnizzi, illuministi. Ritorniamo ad un matrimonio sontuoso e particolarissimo, quello tra Ferdinando e Carolina, la coppia più mal assortita della storia del Regno delle Due Sicilie.

Quanto è vero che gli opposti si attraggono, essi lo furono sicuramente. E chissà quanti segreti potrebbero rivelare, le ormai silenziose stanze del Palazzo Reale, della Reggia di Caserta e delle sale della Reggia di Capodimonte.

Segreti di una passione sbocciata così all’improvviso, tra due ragazzi giovanissimi, in fondo adolescenti, se pensiamo ad una Carolina appena diciassettenne, che lasciò la fredda e algida Vienna per recarsi, in una Napoli dal profumo di mare.

Lui il re Nasone, terzo in ordine di ascesa al trono, cresciuto senza etichetta, tra gli scugnizzi del porto, aveva abitudini discutibili, che per nulla si addicevano ad un futuro sovrano. Tuttavia, come spesso accade l’attrazione ebbe la meglio.

Carolina nonostante avesse scritto a sua madre in una lettera: “madre, mio marito è ripugnante”, era affascinata da tale diversità, un ragazzo Ferdinando: vero, abbronzato e simpatico dopotutto, stranissimo nei suoi modi, per una principessa abituata ad una raffinatezza tutta tedesca come quella della corte asburgica.

Rimase incinta 18 volte, non apprezzava la maternità, anzi Carolina odiava gli impedimenti fisici che quello stato le procurava e con facilità affidava i bambini a balie e nutrici.

Come Ferdinando non conosceva mezze misure, capricciosa e lunatica passava dall’odio, all’amore in modo repentino. Dissoluta e incline al tradimento si circondò di amanti, ai quali fece ottenere anche importanti cariche pubbliche, tra i più celebri il comandante John Acton.

Ma Ferdinando l’amò sempre. Tra i due ci fu sempre, quella attrazione mista a gioco e quell’intesa, quella chimica e quel desiderio, che fece del loro matrimonio qualcosa di unico per l’epoca. Un’epoca dove il matrimonio d’amore, soprattutto in certi ranghi era un’utopia.

L’idillio tra i due durò anni e Carolina nella colorata capitale del Regno delle Due Sicilie fu certamente molto più felice di altre sue sorelle, prima fra tutte la sfortunata regina di Francia: Maria Antonietta.

Qual è dunque la ricetta? Qual è il modo migliore? Il segreto? Per una vita sentimentale bella e appagante? Sapere che potrebbe accadere? Che potremmo essere, fortunati, sapere che la vita è imprevedibilmente meravigliosa.

Carolina durante il lungo viaggio verso Napoli, mai avrebbe immaginato di sperimentare tali sensazioni contrastanti, non sapremo mai, cosa davvero i loro cuori provavano, incrociandosi con lo sguardo: a tavola, nei corridoi ecc.

Bellissimo però provare ad immaginarlo, fa parte del sogno d’amore, che dopotutto ognuno di noi, si augura di vivere.

Di Valeria Garofalo

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali innamorata dell'incanto che questa città sprigiona, capace di emozionarsi ovunque la scia di una melodia sia in grado di portarmi. ...questa sono io

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