“Un immenso scandalo” Il caso della Lettera Apologetica del principe di Sansevero.
Il 2021 è un anno speciale per la Cappella Sansevero. Proprio quest’anno infatti ricorre il 250° anniversario della morte del principe di Sansevero, Raimondo di Sangro. A distanza di due secoli e mezzo il suo ricordo e la sua immensa figura è più viva che mai.
Tanti i visitatori che negli ultimi anni hanno ammirato la sua grande creazione, Cappella Sansevero, massimo capolavoro della sua mente. Ma tanti sono anche gli appassionati della sua figura di inventore, Gran Maestro della Massoneria, autore condannato dalla Chiesa ed editore clandestino. La figura del principe di Sansevero si può racchiudere in una sola parola Intellettuale fuori degli schemi.
La ricorrenza rappresenta, come dice il presidente del Museo Cappella Sansevero, Fabrizio Masucci, uno stimolo a divulgare con rinnovato vigore l’eredità culturale che il principe ha lasciato e a onorare la sua memoria. Proprio per questo dal 24 giugno, la visita al Museo Cappella Sansevero sarà arricchita dalla mostra “Un immenso scandalo” dedicata all’opera a stampa più importante del principe di Sansevero, La Lettera Apologetica del 1751, e alla contesa ideologica e politica innescata dalla pubblicazione del libro capace di destare meraviglia e disapprovazione. Attraverso contenuti digitali, che affiancano l’esposizione di rari volumi in edizione originale, i visitatori potranno conoscere aspetti meno noti della figura di Raimondo di Sangro, orgoglioso alfiere del libero pensiero.
La mostra a cura di Fabrizio Masucci, realizzata nell’ambito della celebrazione del 250° anni dalla morte del principe di Sansevero, sarà visitabile fino al 26 luglio, acquistando il biglietto d’ingresso senza sovrapprezzo.
“Un Immenso scandalo” con queste parole lo scrittore siciliano Luigi Capuana cercò di dare un’idea del clamore suscitato dall’uscita a metà del settecento della Lettera Apologetica, messa all’indice dei libri proibiti già nel 1752, perché considerata pericolosa, temeraria e offensiva. Il principe l’asciò trapelare nella sua opera un punto di vista non ortodosso su diversi temi, come l’origine del mondo e dell’uomo al miracolo di san Gennaro, dalla natura dell’anima alla necessità della libertas philosophandi.
Assieme alla Lettera Apologetica, saranno esposti due rarissimi opuscoli contro il testo di Raimondo di Sangro, attribuiti al gesuita Pasquale De Mattei. Parere intorno alla vera idea della lettera Apologetica del gesuita Innocenzo Molinari, che rappresenta il più violento attacco al libro. Inoltre sarà esposto il testo La Supplica che il principe indirizzò nel 1753 a papa Benedetto XIV, nel tentativo, fallito, di riabilitarsi agli occhi della Chiesa. Esposta anche una vera chicca, l’edizione dell’Indice dei libri proibiti del 1758, che riporta per la prima volta nella lista nera, la Lettera Apologetica, e un’altra opera uscita clandestinamente dalla stamperia di Raimondo di Sangro.
Si potranno ammirare le pregiate edizioni originali dei volumi e attraverso una postazione touch screen, sarà possibile sfogliare una selezione di pagine delle opere, digitalizzate ad altissima risoluzione, e accedere a contenuti di approfondimento. Una scheda è dedicata in maniera specifica ai misteriosi quipu, ove il principe si sofferma nella seconda parte delle Lettera Apologetica. I quipu, un sistema di nodi, realizzati con corde variamente colorate e intrecciate, usati dagli Incas per scopi contabili, amministrativi e per la registrazione di eventi storici. La postazione multimediale, realizzata dall’Industria Digitale e Creativa internazionale ETT S.p.A. consentirà la navigazione sia in italiano che in inglese. Fabrizio Masucci, curatore della mostra e direttore del Museo, afferma ”Credo che un focus sulla Lettera Apologetica, possa essere interessante soprattutto perché l’opera del principe e le aspre censure in cui incorse sollevano temi di grande attualità, come la libertà di pensiero e di espressione. Se pensiamo che in pieno 700 Raimondo di Sangro rivendicava per tutti ‘non solo il legittimo diritto, ma forse anche la precisa obbligazione di liberamente esaminare qualsivoglia cosa’ o che sosteneva che anche gli aetei potessero avere una ‘perfetta morale’, possiamo farci un’idea della modernità di pensiero del principe”
Permetto di aggiungere una cosa, la Cappella Sansevero e la figura del principe, sono di una modernità unica. L’alone di immortalità e mistero che si è creato attorno alla sua figura, che fu elevato a mito già dai suoi contemporanei, dura realmente sino ad oggi.