Nel pomeriggio di Giovedi 26 maggio 2022, nella splendida cornice dell’Archivio Storico di Napoli a Via del grande archivio, si è esibito il quartetto d’archi della nuova Orchestra Scarlatti.
L’Archivio di Stato di Napoli è un ufficio periferico del Ministero dei beni e delle attività culturali e per il turismo, che provvede alla conservazione, alla tutela e alla promozione del patrimonio documentario e ne favorisce la fruizione da parte degli studiosi e dei cittadini.
L’Istituto esercita inoltre la sorveglianza sugli archivi degli uffici periferici dello Stato che hanno sede nella provincia di Napoli.
Fondato nel 1808, dal 1845 ha sede nel complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio.
Con i suoi quattro piani e i suoi depositi di oltre settanta chilometri lineari di documenti, l’Archivio napoletano rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la ricerca nel settore della storia medievale, moderna e contemporanea d’Italia e d’Europa, nonché in maniera precipua, della storia del Meridione d’Italia.
Uno dei fondi più preziosi e ricco di notizie è quello degli archivi dei notai, con i protocolli rogati fra il XV e il XIX secolo.
Il Quartetto Scarlatti al suo battesimo artistico, con in programma capolavori cameristici di Alexander Borodin, amato per la ricchezza e il colore della sua ispirazione alimentata dalla tradizione slava; Johannes Brahms, gigante del secondo romanticismo europeo; e Heinrich Joseph Baermann, grande virtuoso del clarinetto del primo ‘800.
Composto da Chiara Rollini e Domenico Giannattasio (violini), Matteo Introna (viola) e Ludovica Cordova (violoncello) si sono esibiti con grande padronanza e professionalità regalando un pomeriggio da sogno agli spettatori.
I giovani componenti del Quartetto fanno parte dell’Orchestra Scarlatti Young, che fra l’altro, nel mese di giugno, sarà al centro di incontri musicali con strumentisti e concertisti provenienti dalle più grandi orchestre europee quali i Berliner Philharmoniker e i Wiener Symphoniker.
La musica, il luogo, la magia dei faldoni che da secoli sono posti sugli scaffali silenziosi dell’archivio, tutto ha trasportato l’ascoltatore in un’altra dimensione lontana e suggestiva come sfumata ma piena di viva trepidazione.