Un’oasi di tranquillità nel cuore della vita pulsante
dei Quartieri Spagnoli
Dal Corso Vittorio Emanuele, in corrispondenza della parte terminale della Pedamentina e dell’Istituto Tecnico Commerciale A.Serra, si apre un vicoletto detto “Trinità delle Monache” che conduce proprio al vasto complesso seicentesco dell’ex Convento SS. Trinità delle Monache.
Un’area che ricopre circa 25mila mq, tra spazi al coperto e cortili, e domina dall’alto i quartieri di Montesanto e MonteCalvario, tra i quali si snodano gli inestricabili vicoli dei Quartieri Spagnoli.
A partire dal 1606, quando furono acquistati dei terreni proprio alle falde della collina di San Martino, iniziò a prendere forma la creazione di un luogo dedito al ritiro spirituale tra giardini, fontane e laghetto artificiale dove le monache, riunite intorno all’emblematica figura di Donna Vittoria de Silva, trascorsero la propria vita in un regime religioso alquanto austero.
Quando nel 1795 l’esercito Napoleonico occupò la città di Napoli, Giuseppe Bonaparte, a capo del nuovo regno francese, decise di trasformare l’intera struttura con il suo lungo porticato di ben 28 arcate sul lato settentrionale in un Ospedale militare, condannando per sempre la bellezza incontaminata di quei territori ad un uso improprio.
Il periodo in cui i Borbone ripresero il controllo del Regno coincise con un progressivo abbandono di tutta l’area, registrando numerosi e importanti crolli strutturali.
Una vera e propria rinascita si ebbe a partire dagli anni ’90, quando il Comune di Napoli decise di impegnarsi attivamente nella realizzazione di azioni di recupero di ampie parti del complesso in modo tale da renderlo un Polo Polifunzionale; una parte e’ stata acquistata dall’Università Suor Orsola Benincasa, un’altra accoglie invece un centro di aggregazione sociale, definito “Palazzetto Urban”, promotore di numerose iniziative volte a far nascere nei cittadini un senso di appartenenza e di difesa degli spazi verdi comuni.
Tematiche care anche al Programma europeo di cooperazione territoriale URBACT III, al quale Napoli partecipa nell’ambito della strategia EU2020 insieme ad altre 10 città europee, per “risvegliare il gigante dormiente, sperimentare nuovi modi, processi e metodi per il riuso dei grandi contenitori ed edifici vuoti, per riportarli a nuova vita e restituirli alla città” come recita la mission della rete 2nd Chance.